CELLULE PARROCCHIALI DI EVANGELIZZAZIONE
ANNO PASTORALE 2006/2007
E' una lettera di sostegno a cristiani provati
ed emarginati in un mondo pagano chiamati
ad essere "pronti a rispondere a chiunque vi domandi
ragione della speranza che è in voi"
(3,15) Scrive a noi Pietro, anche lui chiamato, provato, caduto, rialzato dall'amore fedele di Cristo, pieno di quella speranza, dono dello Spirito Santo. Scrive a fedeli dispersi (in originale: scelti e stranieri nella diaspora): * stranieri: sì, siamo su questa terra col ... permesso di soggiorno, quindi in situazione di precarietà e di incertezza: ma la vita è un pezzo di strada da fare insieme, gratuitamente donato. * pellegrini: non erranti e vagabondi senza meta, ma chiamati per nome, scelti dal Pastore la cui voce e presenza ci rassicura nel nostro cammino. "Eravamo erranti, ma ora siamo tornati al pastore e guardiano delle nostre anime " (2,25). -E' la meta e la guida che ci differenzia dai non credenti. E' il sentirci amati e chiamati che, come per Pietro, ci fa sentire la gioia appartenere a Cristo e a conformare la nostra vita alla sua. La gioia di saperci amati e chiamati, senza alcun nostro merito, dal Padre, santificati = trasformati dallo Spirito Santo grazie al sangue di Cristo per cui, redenti, abbiamo grazia e pace = l' amore di Dio e la vita piena. -Conseguenza: viviamo con il cuore del pellegrino, "libero" dalle cose, sempre grato per ciò che riceve, fiducioso nella divina Provvidenza. PER LA CONDIVISIONE: 5) Anche noi spesso ci troviamo dispersi come cristiani nella società, negli impegni familiari e di lavoro, nei problemi di salute. ..quali sentimenti suscita in noi il pensiero che il Signore non smette di amarci per primo e di chiamarci alla comunione con se e alla salvezza? 6) Spesso pensiamo il nostro impegno cristiano e anche le nostre attività pastorali in tennini di "riuscita" e di "efficienza" e così ci "arrabbiamo" o ci "sconfortiamo" quando essi non sono accolti dalla mentalità comune. Siamo coscienti che anche nella nostra vita cristiana e nel nostro apostolato vale la logica della croce? 7) Il cristiano è un pellegrino e non un vagabondo. Noi abbiamo una meta, un traguardo da raggiungere? O il nostro è un correre inutile, sfibrante, vuoto? 8) Ciò che trasfoffila l'errare in pellegrinare è il sentirsi chiamati per nome, attratti da una voce. Come e quando sentiamo "la voce" di Chi ci chiama? Ci sentiamo da Lui eletti, amati e cercati? Messina, 4/12/2006 |
|
INDICE CELLULE |